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I livelli di finanza personale: una guida concreta (e un po' brutale)

  • Immagine del redattore: Simone Marchetti
    Simone Marchetti
  • 16 giu 2023
  • Tempo di lettura: 6 min

Parliamoci chiaro: la libertà finanziaria non è un concetto astratto da manuale motivazionale. È una necessità reale. Perché, che ci piaccia o no, i soldi non comprano la felicità, ma risolvono un sacco di problemi. E meno problemi hai, meno stress ti porti sulle spalle.


Parlare di finanza personale spesso spaventa. C’è chi pensa sia una materia per esperti, per consulenti in giacca e cravatta, per chi ha "tanti soldi". Ma la realtà è diversa: la finanza personale riguarda tutti. Riguarda te, che vuoi vivere con più serenità. Riguarda chi sogna un futuro indipendente, o semplicemente vuole smettere di vivere con l’ansia del conto in rosso a fine mese.


In più, i soldi sono una leva. Più ne hai, meno dipendi dagli altri. È semplice: se la macchina ti si rompe, avere i soldi per sistemarla vuol dire tornare a muoverti nel giro di pochi giorni. Non averli vuol dire arrangiarsi, aspettare, chiedere favori. E l’autonomia, così, va a farsi benedire.


Perché, volenti o nolenti, il denaro è un abilitatore. Può aprire o chiudere strade. Può darti tempo, possibilità, scelta. O toglierteli. Non è una questione di avidità: è una questione di dignità, autonomia e benessere mentale.


Ma i soldi non piovono dal cielo. E nemmeno crescono sugli alberi. Serve metodo, disciplina, e una certa lucidità per non farsi fregare dal sistema (che, spoiler: non lavora per farti diventare ricco). Quello che segue è il mio schema personale. Non sono un consulente, non ti sto dicendo cosa fare, ma ti racconto quello che ha funzionato per me. Prendilo come una mappa di riferimento.



LIVELLO 0: Avere un’entrata


Il punto di partenza. Nessuna magia qui: se non hai entrate, non puoi gestire nulla. Dipendi al 100% da qualcun altro. Magari sei uno studente, magari stai cercando lavoro. Ma senza entrate, ogni discorso sulla finanza personale è sospeso.


Sembra scontato, ma non lo è. Senza una fonte di reddito – che sia un lavoro, una rendita o qualsiasi forma di guadagno – non si può parlare di gestione finanziaria. Si può solo sopravvivere, dipendendo da altri.


Avere un’entrata è il primo tassello che ti permette di costruire qualcosa. Ti dà dignità, ti dà respiro, ti dà possibilità. Non importa se è un lavoro part-time, una collaborazione, un’attività occasionale. L’importante è iniziare.


Soluzione: Trovare un lavoro o un’attività generatrice di reddito, anche temporanea. L’obiettivo è uscire dalla completa dipendenza economica.

Problematiche comuni: Pigrizia, paura di iniziare, convinzioni limitanti, oppure il fatto di essere ancora in una fase di preparazione (es. studio). Ma attenzione: prepararsi non significa paralizzarsi. Anche un piccolo impiego può essere formativo.


LIVELLO 1: Uscire dai debiti


Avere entrate non basta se sei pieno di debiti. È come riempire un secchio bucato: qualunque cosa ci metti dentro, prima o poi scappa via. Il debito ti toglie ossigeno. Ogni euro che guadagni vale meno, perché è già destinato altrove.


Molti pensano che sia normale convivere con i debiti, soprattutto nella società moderna. Rate per l’auto, finanziamenti per lo smartphone, debiti accumulati per spese inutili. Ma ogni debito è una tassa sul tuo futuro.


Il problema non è solo economico: è psicologico. Sapere di avere debiti riduce la qualità della vita, aumenta l’ansia, abbassa l’autostima. E soprattutto rende ogni ora di lavoro meno efficace, perché parte del tuo sforzo serve a pagare qualcosa che hai già consumato.


Soluzione: Dopo aver messo in sicurezza le spese di sopravvivenza, ogni euro in più va diretto alla riduzione del debito. Priorità assoluta, senza eccezioni.

Problematiche comuni: Desiderio di appagamento immediato, mancanza di autocontrollo, pressioni sociali (fare acquisti per “stare al passo”). Qui serve una vera svolta mentale: imparare a dire di no, capire che “minimalismo” non è privazione ma potere.


LIVELLO 2: Cashflow positivo


In parole povere: spendi meno di quanto guadagni. Semplice, ma non facile. Se ogni mese finisci a zero o sotto zero, sei fermo. L’obiettivo qui è liberare margine. Eppure, tantissimi vivono al contrario, spesso senza rendersene conto.


Il cashflow positivo è la base per tutto il resto. È quello che ti permette di avere respiro, di iniziare a risparmiare, di guardare avanti. Senza questo passo, qualsiasi sogno futuro è destinato a restare tale.


Soluzione: Traccia tutte le spese. Usa app, quaderni, Excel, qualsiasi cosa. Fissa un budget. E soprattutto: rispetta i limiti che ti sei dato. Il budget non è una gabbia, è una bussola.

Problematiche comuni: Mancanza di consapevolezza sulle spese reali, acquisti impulsivi, uso eccessivo di carte di credito o servizi “buy now, pay later”. Serve disciplina, ma anche autoanalisi: perché spendo? Cosa sto compensando?


LIVELLO 3: Fondo di emergenza


L’imprevisto non è “se”, ma “quando”. E quando arriva, se non sei pronto, torni a zero. Il fondo di emergenza è il tuo airbag finanziario. Ti evita il panico.


Un imprevisto può mandare in crisi un’intera situazione finanziaria se non si è preparati. E non parliamo di catastrofi, ma di cose banali: una multa, una spesa medica, la lavatrice che si rompe.


Il fondo d’emergenza è la tua cintura di sicurezza. Non serve a far soldi, serve a proteggerti. A non farti tornare indietro dopo ogni inciampo.


Quanto mettere da parte? Idealmente, da 6 a 12 mesi di spese vive. Ma anche 2-3 mesi sono meglio di nulla. L’importante è iniziare e mantenerlo intatto finché non serve davvero.


Soluzione: Imposta un piano di accumulo fisso. Anche solo 50€ al mese, ma con costanza.

Problematiche comuni: Confondere gli “extra” con le emergenze. Cedere alla tentazione di usare quei soldi per viaggi o regali. Manca la distinzione tra desideri e necessità. Serve rigore.


LIVELLO 4: Investire in te stesso


Una volta che respiri un po’, puoi cominciare a costruire. Qui non parliamo di investimenti finanziari, ma personali. Impara qualcosa di vendibile. Migliora ciò che sai fare. Aumenta il tuo valore sul mercato.


Investire in formazione, strumenti, competenze è ciò che può realmente aumentare le tue entrate in modo esponenziale. Più valore crei, più sei pagato.


Vuoi guadagnare di più? Non basta lavorare di più: serve lavorare meglio. Serve avere più competenze, più specializzazioni, più leve.


Esempi? Un designer che impara anche il copywriting. Un barista che diventa anche sommelier. Un freelance che impara a vendersi online. Ogni upgrade personale è un moltiplicatore di potenziale.


Soluzione: Studia chi ha fatto passi avanti nel tuo settore. Valuta i ritorni attesi di un corso o di un’attrezzatura. Poi scegli e agisci. Nessun investimento su te stesso è sprecato, se ben ponderato.

Problematiche comuni: Paura di sbagliare, immobilismo, mancanza di visione. Spesso si aspetta il momento “perfetto” che non arriva mai. Il miglior momento per iniziare era ieri. Il secondo miglior momento è oggi.


LIVELLO 5: Investire (sul serio)


Ora sì: metti i soldi a lavorare per te. Ma fallo con criterio. L’investimento deve essere una strategia, non un’illusione. Non basta comprare una crypto a caso o buttarsi su un ETF perché “lo fanno tutti”. Serve consapevolezza.


L’obiettivo è semplice: far crescere il tuo patrimonio nel tempo. Ma attenzione: non si investe per moda o per noia. Si investe quando si ha una base solida. Quando non ti serve quel denaro nell’immediato. Quando sei pronto a rischiare una parte dei tuoi soldi per vederla crescere (o anche perdere qualcosa).


Soluzione: Costruisci una strategia coerente col tuo profilo di rischio e orizzonte temporale. Parti da strumenti semplici (es. ETF), studia, diversifica. E soprattutto: investi solo ciò che puoi permetterti di non toccare per anni.

Problematiche comuni: Investire troppo presto, inseguire guadagni rapidi, farsi influenzare da “consigli” casuali online. Gli investimenti seri sono noiosi, ma efficaci. Serve pazienza e freddezza.


EXTRA: Entrate multiple


Non è un livello vero e proprio, ma una direzione. Avere più fonti di reddito ti rende meno vulnerabile. Una sola entrata è una dipendenza. Due o tre? Un paracadute. Se una salta, le altre ti tengono in piedi.


Avere più fonti di reddito è il massimo grado di indipendenza. È ciò che ti rende più libero, meno vulnerabile, più resiliente.


Un solo reddito – anche buono – è sempre fragile. Cosa succede se salta? Avere entrate parallele (rendite, side hustle, royalty, affitti) ti permette di stare in piedi anche se un pilastro crolla.


Attenzione: questo passo ha senso solo se hai una buona base. Avere dieci lavoretti che ti esauriscono non è libertà. Avere tre fonti ben distribuite, sostenibili e automatizzabili, lo è. Non affannarti a fare dieci cose solo per dire che hai “entrate multiple”. Meglio una che funziona davvero, che mille che ti sfiniscono.



Questo percorso non è una corsa. È un processo. E va calibrato sulle tue possibilità, sulla tua età, sul tuo contesto. Ma è una traccia concreta per chi non vuole più lasciare la propria serenità finanziaria al caso o alla fortuna. Ogni livello costruisce il successivo. Saltare tappe è possibile, ma rischioso. La vera forza sta nel creare fondamenta solide, graduali, durature. E ricordati una cosa fondamentale: i soldi sono uno strumento, non un fine. Ma se impari a usarli bene, possono diventare la leva più potente per costruire la vita che vuoi.

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